LGBT e la persecuzione
Aver ottenuto il diritto alle unioni civili, non fa sì che
il mondo intero ti rispetti.
Ti picchiano perché sei gay, perché sei nero, perché sei
rosso, perché sei un transgender, perché sei donna, perché sei moglie, perché
sei magro, perché sei grasso.
La persecuzione contro omosessuali e transgender non ha età.
Non so quando sia iniziata, ma sono certa che debba finire. Sono sicura che, in
questo mondo, o apriamo la mente o imploderemo.
O accettiamo chi abbiamo di fianco, senza curarci dei suoi
gusti sessuali o ci estingueremo.
Quando scrissi il mio articolo contro la violenza sulle
donne, evidenziai la forza che hanno le donne nel sopportare tutto e lo vorrei fare anche ora.
Anni, lunghissimi anni di sopportazione, di sottomissione, di stare nel corpo
di qualcuno che non sei tu, anni di emarginazione e bullismo.
Vi siete mai fermati a pensare che fatica dev'essere?
Alzarsi la mattina e far finta di essere qualcuno che non sei?
La famiglia che non ti accetta, gli amici meno degli altri e
la società dovrebbe accettarti? Se il rifiuto parte da dentro quattro mura o dagli amici
che pretese abbiamo che il resto del mondo cambi?
Una volta feci questo discorso a una persona (un po' bigotta
bisogna dirlo) e mi disse: "Voglio vederti un domani con un figlio FROCIO". Lo
voglio scrivere in grande, cosi da sottolineare la bassezza, quando usate
queste parole per descrivere qualcuno, ma quanto siete vuoti dentro?
Gli risposi: "Voglio vedermi un domani con un figlio come te, o pedofilo
o stupratore allora sì che avrei dei problemi seri!"
Non avere paura ad essere chi sei
Non voglio sembrare presuntuosa, io non so cosa voglia dire,
è vero, ma voglio solamente aiutare.
Sono stata vittima di bullismo e nel mio piccolo posso e
cerco di capire.
Nel mio Blog mi scrivono molte persone, con le loro storie,
alcune diventano pubbliche ed altre no.
Questo è un punto d'incontro, di sfogo, di liberazione.
Ho creato il progetto "BeOpen", una sera, nel mio letto,
leggendo la mail di un Transgender. Nella mia vita ne ho conosciuti parecchi,
viaggiando molto e frequentando le discoteche di Riccione. Non mi sono mai
sentita a disagio, mi sono sempre divertita, sono sempre stata me stessa.
Ho sempre pensato a come ci si possa sentire non a posto col
proprio corpo. Una sfida terribile, una fatica da affrontare ogni mattina, un
peso allucinante.
Layla, la chiamerò così per tutelarla, mi scrisse
una mail finale dopo avermi raccontato la sua storia dicendo "Con questa grinta
potresti cambiare davvero le cose piccola Red, io credo in te!".
Layla non mi ha lusingata, mi ha dato la carica, quella che
uso per portare avanti i miei ideali, quando le dissi di "BeOpen" ne fu subito
entusiasta.